Macchine o pesi liberi???
Una delle domande più frequenti che mi pongono i ragazzi che seguo è se sia meglio utilizzare i pesi liberi, bilanceri e manubri o le macchine.
Indubbiamente le macchine presentano dei vantaggi così come i pesi liberi.
Le MACCHINE sono sicuramente più sicure, permettono di isolare meglio il muscolo che si intende allenare e risultano di facile apprendimento per il principiante però al tempo stesso non consentono di allenare i muscoli stabilizzatori non sono allenanti dal punto di vista propiocettivo e coordinatorio e hanno un movimento poco naturale e scarsamente personalizzabile.
I PESI LIBERI hanno un movimento più vicino alla realtà quotidiana (es. lo squat simila il movimento per sedersi) sono sicuramente più allenanti a livello propriocettivo e coordinativo hanno una maggior influenza sulle catene cinetiche ampie e coinvolgono anche i muscoli stabilizzatori (es. stacchi da terra). Al tempo stesso però allenarsi con i pesi liberi comporta un rischio maggiore e dei tempi di apprendimento più lunghi essendo molto importante eseguirli con tecnica perfetta al fine di evitare infortuni.
VERDETTO
Entrambi sicuramente, sia le macchine sia i pesi liberi dovrebbero esser presenti nella costruzione di un piano di allenamento.
In un programma dovrebbero esserci sempre degli esercizi a corpo libero pluriarticolari che oltre ai vantaggi che elencavo prima, a causa degli oneri posti sul corpo da esercizi così impegnativi, favoriscono un effetto di crescita muscolare su tutto il corpo e un notevole miglioramento atletico; inoltre esercizi di questo tipo consentono un maggior reclutamento di unità motorie e permettono i migliori incrementi in termini di forza.
In un programma di allenamento orientato alla crescita muscolare devono esser presenti esercizi di isolamento a cedimento muscolare e le macchine hanno il duplice vantaggio di isolare il muscolo e di esser sicure; la sicurezza diventa prioritaria quando si lavora a cedimento.
Quindi ricapitolando il VERDETTO è: ENTRAMBI.
Vorrei aggiungere a quanto detto il TRX di cui parlerò magari un’altra volta ma che considero estremamente utile in un programma di allenamento per i suoi effetti sui muscoli stabilizzatori e per il fatto di esser estremamente allenante a livello propriocettivo coordinativo e muscolare.
Personal Trainer Dott. Graziano Noviello
RANGE DI MOVIMENTO (ROM)
In palestra vedo spesso persone eseguire gli esercizi completamente a caso con range di movimento incompleto e parziale; l’esempio migliore sono quei ragazzi che nel tentativo di mettere più peso possibile quando eseguono le distensioni su panca piana abbassano il bilanciere fermandolo a circa 10 cm dal petto rendendo , quindi, l’esercizio più facile e meno efficace.
Vediamo di fare un po di chiarezza sul giusto ROM che dipende dalla persona che esegue l’esercizio, dal tipo di esercizio e anche dall’obiettivo che si vuole ottenere.
La lunghezza degli arti, la lunghezza e l’elasticità muscolare, la struttura delle articolazioni e ovviamente lo stato di forma contribuiscono a determinare il ROM potenziale che si riferisce all’arco di movimento completo di un muscolo.
ROM attivo è il range di movimento lungo il quale è possibile allenare un esercizio e ogni persona dovrebbe allenarsi con il ROM più ampio possibile che non causa dolore arrivando al massimo allungamento e massima contrazione possibile.
Per gran parte degli esercizi il ROM attivo non corrisponde al ROM potenziale.
ROM obiettivo si riferisce a una zona all’interno di un arco di movimento attivo che si desidera enfatizzare.
Può essere utilizzato da quelle persone che sono particolarmente deboli in un certo punto di un esercizio oppure da chi si trova in una fase di stallo della forza.
All’interno di un esercizio si possono eseguire serie e ripetizioni a ROM parziale al fine di porre maggior enfasi su zone più difficili del movimento o per esaurire ulteriormente i punti del ROM in cui c’è ancora forza.
In conclusione un esercizio andrebbe sempre eseguito nel ROM massimo possibile ma si può variarlo in modo ben studiato al fine di ottenere risultati specifici in termini di forza e sviluppo muscolare.
Personal Trainer Dott. Graziano Noviello
ESECUZIONE DEGLI ESERCIZI
Le ripetizioni che costituiscono le serie di ogni esercizio rappresentano la singola unità di lavoro dell’attività fisica e per allenarsi correttamente è necessario eseguirle nella giusta maniera.
Nelle palestre si vedono persone che eseguono ripetizioni a caso, spesso molto rapidamente, con tecnica approssimativa e poi lanciano i pesi per appoggiarli; questo è sicuramente il modo più sbagliato per eseguire ripetizioni e queste persone non si stanno allenando, stanno solamente muovendo dei pesi e allo stesso tempo rischiano di crearsi traumi alle articolazioni.
La giusta maniera è eseguire le ripetizioni lentamente con movimento fluido e controllato e una cadenza prestabilita in modo da spostare la tensione dalle articolazioni direttamente sul muscolo che si sta allenando.
Le ripetizioni sono composte da tre parti: concentrica, eccentrica e la contrazione isometrica.
- CONCENTRICA: rappresenta la fase positiva ed è la parte in cui i muscoli lavorano maggiormente per vincere la forza di gravità ed eseguire lenta questa fase oltre a esser estremamente impegnativo è molto importante per far lavorare a fondo i nostri muscoli;
- ECCENTRICA: rappresenta la fase negativa ed è la fase più facile della ripetizione; è possibile abbassare un carico del 40% più pesante rispetto a quello sollevabile;
- CONTRAZIONE ISOMETRICA: è la fase in cui il muscolo sotto tensione non esercita movimento e la forza statica è superiore a quella eccentrica ma inferiore a quella concentrica. La contrazione isometrica nel punto di inversione del movimento rende l’esercizio più complesso perchè elimina l’effetto rimbalzo che spesso osservo fare in palestra; contrazioni isometriche possono essere inserite in vari punti del range di movimento per ottenere diversi risultati.
Per concludere una ripetizione va eseguita con movimento lento, fluido, con una cadenza prestabilita evitando gli effetti di slancio e rimbalzo, concentrando il movimento direttamente sul muscolo da allenare così da ottenere il maggior affaticamento muscolare col minore rischio di infortuni. Avere una cadenza prestabilita consente anche di poter registrare con precisione i guadagni in termini di forza e resistenza: se noi aumentiamo i carichi o i tempi sotto tensioni eseguendo la stessa cadenza allora possiamo ragionevolmente dire che siamo diventati più forti.
Ora prova a eseguire le ripetizioni in questa maniera con una cadenza prestabilita (es. 3131) e guarda se riesci a mantenere i carichi che facevi prima….
Personal Trainer Dott. Graziano Noviello